Sandro Natalini nasce a Gualdo di Macerata il 12 gennaio 1933. Si laurea in Scienze Agrarie all’Università di Perugia nel 1958. Effettua il servizio militare di leva nell’Arma dell’Aeronautica come allievo Ufficiale Pilota di Complemento. Prima di dedicarsi all’insegnamento svolge attività diverse: prima presso il Consorzio Agrario di Caserta nel settore delle Sementi, poi preso l’Ufficio per il Commercio Estero (ICE) di Bolzano per un biennio. Nel 1960 inizia l’attività didattica come insegnante di materie tecnico-agrarie e scientifiche in varie scuole della provincia di Macerata. Dal 1973 al 1990 è professore di Agronomia, Coltivazioni Erbacee ed Arboree presso l’Istituto Tecnico Agrario “G. Garibaldi” di Macerata. La sua vera vocazione è quella di essere impegnato su più fronti, vocazione che manterrà, esaltandola con il passare degli anni, fino alla fine. Agli inizi degli anni ’80, grazie ai frequenti contatti con il Dr. Luigi Corridoni, il Prof. Cirillo Maliani, il Prof. Francesco Bonciarelli dell’Università di Perugia ed altre personalità del settore tecnico-agricolo, il Prof. Natalini si dedica, presso l’Istituto Tecnico Agrario di Macerata, in maniera sempre più coinvolgente alla sperimentazione e alla ricerca di innovazioni da offrire agli agricoltori. Nel 1982, insieme al Dr. Felice Calvani della C.C.I.A.A. di Macerata e all’On. Roberto Massi della Fondazione Giustiniani Bandini, fu artefice della creazione del Centro Ricerche e Sperimentazione per il Miglioramento Vegetale “N. Strampelli” (CERMIS). Con la collaborazione di molti giovani pieni di entusiasmo, riuscì ad avviare numerose attività sperimentali sui cereali, sulla sostanza organica dei terreni e sul risparmio energetico. Natalini non era persona che amava rifugiarsi nelle torri d’avorio, infatti egli amava il contatto con le persone, gli animali e le cose che ruotavano intorno all’attività agricola. Per questo ogni anno organizzava un corso serale di aggiornamento per gli agricoltori e, in generale, per tutti gli operatori sugli argomenti più diversi. Questo impegno continuo non gli ha impedito, comunque, di partecipare al dibattito nazionale sulle tematiche specifiche della sperimentazione. Anzi, con la sua presenza e quella dei suoi collaboratori, è stato un riferimento costante nei vari seminari e convegni tenuti in più parti d’Italia. Alle persone che hanno avuto la fortuna di conoscerlo, Egli ha lasciato una grande eredità, di squisita umanità e di profondo impegno professionale.
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